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L’essai littéraire, devant le tempsAbstract: Le style de vérité accessible à l’essai est perceptible dans son mode de circulation, les souvenirs que l’on en garde, la fa on dont on le résume, bref, l’usage que l’on en fait. Ce mémorable de l’essai tient à une pratique généralisée de la citation ; les essayistes partent de formes citables , comme d’autant de pensées héritées et de savoirs doxaux ou paradoxaux qu’ils exploitent, développent ou fragilisent ; et ils en produisent à leur tour, offrant non pas des modèles applicables mais des cas remobilisables, des pensées désormais disponibles. Cette disponibilité identifie une pratique intellectuelle, les objets qu’elle fait na tre (cette forme sensible que prennent dans un essai les opérations de l’esprit), un rythme propre à toute individualité pensante, bref une fa on qu’a la prose d’idées de se situer devant le temps. Elle explique aussi la colère suscitée dans le monde du savoir contemporain par un genre profondément temporel, c’est-à-dire rythmé, situé, mais aussi précaire et soup onnable à cet égard d’anachronisme. Lo stile di verità accessibile al saggio è percettibile nel modo in cui il testo circola, nei ricordi che ne abbiamo, nella maniera in cui ne facciamo riassunto, cioè nell’uso che possiamo averne. Questo aspetto “memorabile” del saggio è legato ad una prattica generalizzata della citazione. I saggisti partono di forme “citabili”, pensieri ereditati, saperi comuni o paradossali che loro mettono a prova, sviluppano, o fragilizzano; e ne producono a sua volta, non per offrire modelli da applicare, ma casi da mobilizzare, pensieri ormai disponibili. Questà disponibilità definisce una pratica intellettuale, gli oggetti che essa fa nascere (questa forma sensibile che prendono nel saggio le operazioni mentali), un ritmo legato ad ogni individualità nell’atto di pensare, un modo di porsi davanti al tempo. Spiega anche l’irritazione suscitata nel mondo del sapere moderno da questo genere profondamente temporale, con il suo ritmo singolare, la sua situazione culturale, ma anche la sua precarietà e, di conseguenza, il sospetto di anacronismo che lo accompagna.
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