Hermitical tradition in Pisan area: the "vallis heremitae" on the Monte Pisano Tradizione eremitica in area pisana: la "vallis heremitae" sul Monte Pisano

The essay considers some aspects related to the presence of hermits in the area between Pisa and Lucca. The evidence of presence of the hermits start with news on the hermits settled on the smaller islands in the Tyrrhenian, from Rutilius Namatianus to Gregory the Great. Some new evidence appears in 11th century, when the presence of a hermit seems to connect on one side to the larger movement of monastic reform developped in hermit direction, as Camaldolese and Vallombrosan monks, on the other side to less regular of canonical matrix experience, which are located mainly in the Monte Pisano. Within the Congregation of the so-called Thirteen there is also S. Maria of Valle Romita, in the parish of Compito, to which is dedicated the second part of the essay. The cell is attested from 1198. If on the one hand, with coherence to the general framework, the cell confirms during the 13th century the strong hermit connotation, on the other is dependent on a Benedictine reformed monastic community, such as that of the Pulsanese monks settled in S. Michele degli Scalzi in Pisa. Also the steady legal agreements reached with the rector, which excluded the cura animarum, make the cell different from the alleged uniform canonic connotation. Il saggio riprende alcuni aspetti legati alla presenza di eremiti nell’area compresa tra Pisa e Lucca. Le testimonianze di presenze di eremiti nell’area cominciano con le notizie sugli eremiti insediati nelle minori isole tirreniche, da Rutilio Namaziano a Gregorio Magno, per riprendere poi nell’XI secolo, quando la presenza eremitica sembra per un verso collegarsi ai più ampi movimenti di riforma in monastica in chiave eremitica, come camaldolesi e vallombrosiani, per l’altro a esperienze meno regolari e di matrice canonicale collocate soprattutto nell’area del Monte Pisano. All’interno della cosiddetta Congregazione delle Tredici si annovera anche quella di S. Maria di Valle Romita, nel piviere di Compito, su cui si incentra la seconda parte del saggio. La cella è attestata a partire dal 1198: se per un verso, coerentemente al quadro generale, conferma nel corso del XIII secolo la connotazione fortemente eremitca, per l’altro risulta dipendente da una comunità benedettina monastica riformata, quale quella dei monaci pulsanesi insediati a S. Michele degli Scalzi a Pisa; anche gli stabili accordi giurisdizionali raggiunti con il pievano, che escludevano la cura d’anime, la differenziano rispetto alla pretesa uniforme connotazione canonicale.