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ISSN: 2333-9721
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-  2018 

MOMENTI DI PRESENZA ITALIANA A COSTANTINOPOLI—ISTANBUL

DOI: 10.32728/studpol/2018.07.01.04

Keywords: Istanbul, Edmondo de Amicis, Corrado Alvaro, Fausto Zonaro

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Abstract:

Sa?etak La città fondata dall’Imperatore Costantino nel quarto secolo è ricca di presenza italiana dai tempi remoti fino a oggi. Questa presenza, avvertita non solo nel campo della storia, ma anche in quello dell’arte e della cultura, si rispecchia in diversi modi nella città sorta — come Roma — su sette colli. Volendo partire dal passato bizantino, si menzionerà la torre di Galata, costruzione che ancor’oggi domina la città bassa oltre il Corno d’oro e che conserva numerose memorie culturali e rimandi che rievocano l’Italia. Se si va al periodo della conquista di Costantinopoli, da parte di Fatih Mehmet (Maometto Secondo), è doveroso ricordare il quartiere di Pera, dove abitavano il bailo veneto e numerose famiglie di stessa provenienza. Pera fu nel Sei e Settecento la scena della formazione di una scuola di lingue per interpreti (secondo un modello ottomano già esistente), quindi si assistette a una concezione modernissima e importante di presenza di culture diverse. Verso il tardo Settecento e per tutto l’Ottocento Costantinopoli—Istanbul fu la meta di varie categorie di viaggiatori, tra cui missionari, uomini d’affari, turisti e scrittori come Gustave Flaubert, Pierre Loti, Edmondo de Amicis e nel Novecento Corrado Alvaro e Giuseppe Antonio Borgese, che ne hanno dato testimonianza scritta nelle loro opere. Inoltre, gli Italiani hanno lasciato la loro impronta indelebile attraverso le opere di architetti tra i quali Raimondo D’Aronco e pittori quali Fausto Zonaro, ammirati nella ex-capitale ottomana e stimati nella Turchia odierna. Nella città di Costantinopoli—Istanbul si può tracciare, fin dal Medioevo, una presenza stabile di artisti italiani, che tutt’ora continua a persistere. L’attuale rappresentante è, senz’altro, il regista e scrittore Ferzan ?zpetek, nato e cresciuto a Istanbul, che si definisce italiano e che costituisce un trait d’union tra le due culture con i suoi film, che non mancano di originalità e multiculturalità

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