%0 Journal Article %T Religioni politiche. La storia dell¡¯arte alla prova degli studi su fascismo, antifascismo e Resistenza / Political religions. History of art to the test of studies on fascism, anti-fascism and Resistenza %A Michele Dantini %J - %D 2018 %R http://dx.doi.org/10.13138/2039-2362/1942 %X Si ¨¨ talvolta osservato che gli studi di De Felice toccano in molti punti la storia dell¡¯arte. Per ampiezza e dettaglio essi costituiscono in effetti una risorsa che sembrerebbe ineludibile. Tuttavia, malgrado questo loro spiccato tratto transdisciplinare, non si pu¨° dire che essi siano diventati lettura corrente per gli storici figurativi. Non lo sono diventati per motivi molteplici, di volta in volta tecnico-specialistici o politico-ideologici. La tesi che cerco di formulare ¨¨ che la riflessione di De Felice sui temi del £¿consenso£¿ e della £¿nazione£¿ contiene spunti, indicazioni e prospettive di notevole interesse non solo per gli storici politici e sociali, ma anche per gli storici dell¡¯arte italiana del primo e (forse ancor pi¨´) del secondo Novecento, ambito di studi, quest¡¯ultimo, che appare modellato in profondit¨¤, in ambito nazionale e internazionale, da rigidit¨¤ e distorsioni ideologiche. Essa induce infatti, per tenersi adesso a aspetti generali e di metodo, a interrogarsi sulla fondatezza o fecondit¨¤ di taluni presupposti ideologici, diffusi tanto nel discorso storico-critico di estrazione accademica che nel discorso giornalistico e curatoriale; e a dare corso all¡¯indagine sulle continuit¨¤ esistenti tra le due met¨¤ del Novecento anche qualora questo si traduca in una ricostruzione meno conciliata e pacifica del progressivo inserimento dell¡¯arte italiana postbellica nel contesto atlantico. It has been widely recognised De Felice¡¯s political historiography crosses art history in many points. In spite of this transdisciplinary relevance, it didn¡¯t become a customary resource for art historians because of political reasons or technical reasons. My thesis here is that De Felice¡¯s reflexion on such themes as £¿consensus£¿ or £¿nation£¿ is important not only for political|social historians, but even for art historians engaged in detecting complex continuities between the first half and the second half of xxth century in Italy and refusing both interpretative ready-madesand retrospective ideological distorsions. If we shift historical perspective or change paradigm, we¡¯ll find gradual insertion of Italian late Modernism in the new euro-atlantic artistical|cultural context born out of Second World War is much less obvious and immediate than usually assumed by contemporary narratives about Spazialismo, £¿monocromo£¿ or Arte Povera %U http://riviste.unimc.it/index.php/cap-cult/article/view/1942