%0 Journal Article %T £¿Questo scritto non sar¨¤ un romanzo£¿. L¡¯azione letteraria di Vitaliano Trevisan %A Andrea Gialloreto %J - %D 2016 %R http://dx.doi.org/10.13138/2037-7037/1612 %X Per l¡¯autore vicentino l¡¯atto del narrare implica un dominio assoluto della mente sulla realt¨¤, che diviene il campo di un coerente esercizio di negazione, tradimento, divagazione; alla prova del flusso di scrittura impostato su coordinate bernhardianbeckettiane, il reale e quanto esso contiene di convenzionale si disintegrano e si ricompongono nella forma straniante del monologo consentendo alla voce che gestisce il racconto di rilevare e porre in discussione le contraddizioni della societ¨¤ contemporanea e del Nord-Est in particolare. In Tristissimi giardini, come in diversa misura nel romanzo Il ponte e nell¡¯ultimo dei Grotteschi ed arabeschi, Trevisan sperimenta i canoni della nonfiction distinguendosi nettamente dalle prove analoghe date alle stampe dagli scrittori della sua generazione. In questi testi, che vivono della costante oscillazione tra presenza e assenza rispetto al mondo di un io £¿leggero£¿ e traumatizzato, Trevisan percorre a piedi o in moto i paesaggi deturpati del Veneto (post)industriale intrecciando un veemente discorso sulla societ¨¤ contemporanea alla rimodulazione in chiave finzionale dei propri nodi biografici irrisolti. Fedele alla migliore tradizione letteraria veneta (Piovene, Parise), egli scatena le furie della sua glaciale e razionalissima visionariet¨¤ nell¡¯invettiva e nell¡¯anatema rispetto al degrado urbanistico, politico, morale. La sua £¿azione letteraria£¿ si colloca pertanto al crocevia tra narrazione, saggio, reportage, indagine antropologica. The act of storytelling, in the author from Vicenza, involves an absolute domain of the mind over reality. This becomes the field of a consistent exercise of denial, betrayal and divagation. By testing a writing flow set on the bernhardian-beckettian coordinates, reality and anything else conventional in it, breaks down and comes together in an alienating monologue that allows to the voice guiding the story to notice and question all the contradictions of the contemporary society, mostly in the North-East. In Tristissimi Giardini, as also on different levels in the novel Il ponte and in the latest Grotteschi ed Arabeschi, Trevisan experiments the rules of non-fiction, sharply distinguishing himself from similar attempts given to the press by writers of his generation. In these writings, that subsist through the constant waving among presence and absence of a world facing a flimsy and traumatized self existence, Trevisan crosses by foot or by bike the spoiled landscapes of the (post)industrial Venetian region intertwining a vehement speech about contemporary society and remodeling, %U http://riviste.unimc.it/index.php/heteroglossia/article/view/1612